domenica 31 gennaio 2010

Un filo di trucco.

Prima di avere figli mi concedevo un giorno alla settimana per coccolarmi.
Nulla di speciale, non andavo in una beauty farm, mi bastava un bel bagno rilassante con sali profumati o, le mie preferite, le perle da bagno con olii essenziali, una maschera purificante, un tonico astringente, crema profumata per il corpo...
Sapevo quando entravo in bagno, ma non sapevo quando sarei uscita :-P

Dopo aver avuto il primo figlio ho cominciato a trascurarmi, mi era difficile entrare in bagno pure per fare la pipì in santa pace, figuriamoci per fare un bagno rilassante e non ho certo migliorato con l'arrivo della seconda.
Un giorno, chiacchierando con mia zia, lei ha un salone, è parrucchiera, mi disse:
"Dovresti curarti di più, metterti un filo di trucco, staresti meglio!"
Io risposi sicura e pure un po' stizzita "ma chi c'ha tempo di truccarsi??!!.. e poi, che faccio, mi metto il rossetto per portare i bimbi a scuola??...son sempre di corsa, per 5 minuti fuori casa non ne vale la pena"
Andai via dal negozio consapevole che ciò che avevo detto era solo una scusa.
Il giorno dopo, prima di uscire di casa per accompagnare i bimbi a scuola mi misi un filo di rossetto e un pò di fard...1 minuto al massimo... era vero...stavo decisamente meglio che con la faccia plissettata dal cuscino.
Era bastato pochissimo!!
Spesso noi mamme ci trascuriamo fisicamente, e questo si ripercuote anche sullo stato d'animo.
Sistemarsi un pochino migliora l'umore, coccolarsi senza spendere chissà quale tempo, ci tira su il morale.

venerdì 29 gennaio 2010

Come pulire il biberon [il metodo della nonna]

Pulire il biberon è un'impresa non sempre facile.
A parte la normale disinfezione, il problema è rimuovere residui di latte o tisane dall'angolo sul fondo o peggio ancora, in quei biberon dalle forme strane, in tutti quegli angoli posizionati in punti inaccessibile persino dallo scovolino.

A voglia a lasciarlo ore in ammollo in acqua e amuchina, a voglia farlo bollire, i punti di cui sopra, rimangono sempre inaccessibili!!

Stanca di contorcermi più dello scovolino, mi ricordai quando da bambina mia mamma puliva le bottiglie di vetro col sale grosso.
Mi son detta, se funzionava per le bottiglie, perchè non dovrebbe funzionare per i biberon??
Detto fatto, ho gettato due belle cucchiaiate di sale grosso da cucina dentro il biberon vuoto, ho chiuso con la sua ghiera, una bella shekerata e.... splendente e senza traccia di odori sgradevoli!!!
Il sale aveva portato via tutto!!
Nulla di più semplice quindi, bastano due cucchiai di sale grosso (quello che si usa per l'acqua della pasta per intenderci) versato dentro il biberon vuoto(non aggiungere ne acqua ne detersivo) una bella shekerata e il gioco è fatto.

Provare per credere ;-)

lunedì 25 gennaio 2010

Il terribile drago sputafuoco


Qualche mese fa l'ometto (8 anni 3^ elementare) aveva un compito per casa, inventare una storia con determinate caratteristiche.

Lui da rude "ometto", pensava ad una favola con tanto di drago trafitto da terribile spada... l'ho aiutato ad addolcire un pochino la storia, ed è venuta fuori questa:


Il terribile drago sputa fuoco

Cera una volta un re, abitava in un grande castello circondato da un fitto bosco.
Il re e gli abitanti del castello erano persone tranquille, ma la loro tranquillità era minata dagli attacchi di un terribile nemico, infatti nel bosco abitava un drago che di tanto in tanto usciva sputando fuoco a destra e a manca terrorizzando tutti gli abitanti del castello che urlavano a squarciagola dalla paura riuscendo a spaventare il mostro che scappava di nuovo nel bosco.
Ma la calma durava pochi giorni, trascorsi i quali, il drago sputa fuoco tornava allo scoperto più fiammeggiante di prima.
La situazione era diventata insostenibile, il re decise quindi di prendere provvedimenti e mandò il suo soldato più coraggioso a sconfiggere il terribile nemico.
Il soldato si preparò in previsione del successivo attacco, sellò il suo fido destriero, affilò la sua spada e appena udì i pesanti passi del drago avvicinarsi al castello, corse al galoppo sguainando la spada verso il drago.
Tutti era in silenzio all’interno del castello aspettando il ritorno del prode vincitore con l’ambito trofeo.
Dopo pochi minuti ecco sentire in lontananza il trotto di un cavalo, era il soldato che rientrava a castello.
Tutti pensavano che fosse un grande eroe, in poco tempo aveva eliminato il nemico, invece, il soldato entrò nel castello a mani vuote e per giunta con una strana richiesta:
“Del miele presto!”
“Miele? Che ci fa un coraggioso cavaliere con il miele?” Pensò fra se il re che si fidava del suo miglior soldato
“Mi serve tanto miele, tantissimo miele, una enorme quantità di miele” disse affannato il soldato che pareva avesse gran fretta.
Il re dubbioso chiese “vuoi catturare il drago incollandolo col miele?!”
“Catturare?. No no, non voglio catturare quella povera creatura”
Il re e gli abitanti del castello rimasero allibiti davanti ad una tale affermazione.
“Il drago ha la tosse!” spiegò il soldato
“E’ per questo che sputa fuoco, ad ogni colpo di tosse un’incontrollata fiammata esce dalla sua bocca, lui si avvicinava al castello per chiedervi aiuto, ma le vostre urla lo spaventavano così tanto che tornava nel bosco tremante”
Il re capì il problema e ordinò ad ogni abitante del castello di donare un vasetto di miele per il drago, il soldato ne riempì un’enorme botte e la portò al dragò che poté finalmente curare la sua tosse.
E così tutti, abitanti del castello e drago, vissero per sempre felici e contenti.


L'anatomia è un'opinione :-)

Tempo fa, quando ancora ero solo sorella, stavo insegnando alla mia sorellina (quattordici anni più piccola di me) le varie parti del corpo
"dov'è la bocca?"
lei, con le sue mani paffute la indicava mettendo le labbra a cuoricino
"dove sono gli occhietti?"
I suoi piccoli indici andavano dritti sugli occhi che chiudeva strizzandoli.
Dopo una serie di parti semplici, ho cominciato con quelle difficili
"dov'è la clavicola?"
ovviamente lei non sapendolo rimaneva in attesa di delucidazioni
"dov'è l'intestino?"
e lei sicura come l'avesse sempre saputo... si mise le manine sulla testa
io dissi "nooo....non è li, è qui" portando la sua manina sulla pancia
ma lei continuava ad insister con la testa...dopo un pò capii il perchè
L' inTESTINO si trova, per un qualunque bimbo di due anni, in-TESTA.

La cosa mi fece sorridere...e volli ripetere "l'esperimento" quando divenni mamma... feci infatti lo stesso gioco al mio bimbo duenne... stesso gioco, stesso risultato :-D

venerdì 22 gennaio 2010

Dopo quanti giorni arriva la montata lattea?

Non c'è un tempo prestabilito, di solito non avviene il primo giorno del parto.
Possono passere due o tre giorni, come anche una settimana o dieci giorni.
Per essere sicure che arrivi la montata lattea è buono fare due cose:
-Non scoraggiarsi se non esce abbastanza latte nei primi giorni.
-Attaccare il bebè il più possibile!

Una mamma che ha appena partorito è molto sensibile e ansiosa, e potrebbe essere normale che si preoccupi nel vedere il seno rimanere "asciutto".
Senza farsi prendere da ansie inutili, attaccare il neonato possibilmente subito dopo il parto, sempre che mamma e figlio stiano fisicamente bene.
Anche dopo un taglio cesareo, appena la mamma si riprende dall'anestesia, magari facendosi aiutare da qualcuno (la ferita potrebbe limitare i movimenti per prendere in braccio il bebè), può attaccare il proprio bimbo senza nessuna controindicazione.

I primi giorni dal parto uscirà dal seno il colostro, è un "latte" più denso e appiccicoso.

L'arrivo della montata lattea, quando il seno diventa turgido e gonfio, non è identico per tutte le mamme, e non è identico nemmeno per tutti i parti.

Al mio primo figlio, ho avuto una montata lattea da manuale, al terzo giorno, il seno mi si è gonfiato e perdevo latte in abbondanza.
Per la seconda figlia è arrivata persino prima, pensavo fosse così anche dopo il terzo parto, il terzo giorno aspettavo di sentirmi il seno teso, invece nulla, il seno mi si è riempito poco per volta in maniera più graduale, quasi non mi sono accorta di aver avuto la montata lattea.

Quindi, allattate senza ansie, il più possibile e facendovi aiutare in caso di incertezze sull'attaccamento del bimbo al seno.

martedì 19 gennaio 2010

Il body si è "sbottonato"...

Vi è mai capitato che sia saltato via un bottone dal cavallo del body del vostro bimbo?? A me un sacco di volte... ed è capitato anche alla mamma che mi ha portato questo body da aggiustare (io faccio la sarta)
Questa mamma probabilmente non sapeva che basta pochissimo a sistemare questo problema per recuperare un body ancora nuovo ma inutilizzabile! Purtroppo i bottoni originali non sono cuciti, ma pinzati nel tessuto ed una volta staccati, non si posso più riattaccare. Con questo escamotage possiamo comunque avere un ottimo risultato! Nulla di più semplice, andate in merceria e prendete dei bottoni a pressione in metallo, portatevi dietro il body per cercare la misura adatta e sostituite la parte che è saltata via cucendo al suo posto il nuovo bottoncino.
Se si è staccata una sola parte del bottone e la sostituite, non buttate via l'altra metà del bottoncino che avete comprato, potrebbe servirvi nel caso in cui si stacchi dal body una parte simile.

lunedì 18 gennaio 2010

La pappa a cubetti

Non avendo moltissimo tempo a disposizione per preparare il brodo "fresco" tutti i giorni, per lo svezzamento della pulcina (la terza figlia) avevo adottato un metodo che ho trovato comodissimo per preparare una pappa sana in pochi minuti.

Una volta ogni due settimane circa, preparavo un pentolone di brodo di verdure.
Nell'acqua ancora fredda mettevo le verdure tagliate a pezzi piuttosto grandi: carote, zucchine, patate, finocchio, sedano, una piccola cipolla, qualche fiore di cavolfiore..etc..
Lasciavo bollire un'ora circa, poi separavo le verdure per tipo e le omogeneizzavo mettendole nel baby pappa aggiungendo l'acqua di cottura in modo da renderle più licquide.
Versavo i passati, aiutandomi con un imbuto, dentro i sacchetti usa e getta per fare i ghiacciolio.
Preparavo così dei sacchetti di sola carota, di sola patata, di solo finocchio..etcc

Solitamente, dopo aver riempito un sacchetto mi avanzava qualche cucchiaiata di passato che non bastava a riempirne un'altro per intero e così creavo degli "abbinamenti": carota e patata, finocchio e cavolfiore, fagiolini e sedano ...
chiudevo i sacchetti e attaccavo un etticheta per riconoscerne il contenuto e poi surgelavo.
All'occorrenza prendevo alcuni cubetti di passata e li facevo sciogliere nell'acqua bollente da usare per fare la pappa. Un cubetto equivale a un cucchiaio circa di passato.
Aggiungevo anche la carne preparata allo stesso modo, cioè, la cuocevo al vapore nel baby pappa e poi la omogeneizzavo aggiungendo un pò d'acqua, questa però la pesavo (40gr circa) e la confezionavo in piccoli pacchetti con la pellicola trasparente.

Se avete l'abitudine di preparare il brodo quotidianamente, potreste comunque usare questo "trucco" per le emergenze... se rientrate a casa tardi, se dovete portare il bimbo dalla nonna e non avete fatto in tempo a preparare la pappa, se lasciate il vostro bimbo alla babysitter...insomma, potete essere sicure di dare a vostro figlio del cibo preparato da voi anche se conservato, infatti il congelamento è un ottimo metodo di conservazione.

venerdì 15 gennaio 2010

E' possibile rimanere incinta durante l'allattamento?



SI, è possibile!


Non so bene da dove derivi la "diceria" che nel periodo in cui si allatta al seno, non si rimanga incinta, stà di fatto che è falso.

Ho allattato il mio primo figlio per circa 16 mesi, e ho smesso di allattare proprio quando ho saputo di essere incinta! :-)

Allattavo circa tre volte durante il giorno e praticamente tutta la notte, quindi avevo ancora tanto latte.

Sapevo benissimo di essere a "rischio" gravidanza, Non usavo l'allattamento come anticoncezionale, io e mio marito volevamo avere un'altro bimbo quindi i nostri rapporti erano appositamente non protetti.

Racconto la mia esperienza per mettere in guardia le donne che pensano di essere "immuni" da gravidanze solo perchè allattano.
Sappiate che non è così ;-)

Se non desiderate una gravidanza, usate delle precauzioni anche durante l'allattamento, esistono persino delle pillole anticoncezionali utilizzabili in allattamento, consultate il vostro ginecologo o medico di famiglia e certamente troverete la soluzione migliore.

C'è poi un'altra diceria a riguardo dell'allattamento in gravidanza, c'è chi dice che le donne incinte non possono continuare ad allattare perchè il latte diventa cattivo.
In realtà, il latte non cambia assolutamente, l'unica controindicazione è che la suzione al seno provoca contrazioni uterine che potrebbero quindi compromettere la gravidanza.
Quindi, se una donna è soggetta ad aborti spontanei, sarebbe opportuno interrompere l'allattamento qualora rimanesse incinta.

giovedì 14 gennaio 2010

La borsetta ideale della mamma: cosa non deve mai mancare

Ricordo, prima di avere figli, di aver avuto borse minuscole, con lo spazio giusto per il portafoglio, minuscolo anch'esso.
Da quando sono mamma rincorro la borsa ideale, che sarebbe molto simile a quella di MaryPoppins ma che non ho ancora capito in quale negozio si possa trovare.

E così, in attesa che qualche erede della Poppins la metta in vendita su ebay, utilizzo borse capienti che riempio di ogni cosa, ma che regolarmente, quando esco di casa, ne manca sempre un pezzo...proprio quello che più mi serviva!!

Ho un'idea ben precisa su come e cosa dovrebbe contenere la borsa di una mamma... il problema è che son sempre troppo di fretta e troppo disordinata per averne una perfetta, quando aggiusterò questi due dettagli, potrò dire di avere una vera borsa mammesca!!

Intanto comincio a scrivere il "Vademecum della Perfetta Borsa da Mamma":

La borsa di una mamma deve essere capiente, non tanto per poter contenere comodamente gli oggetti indispensabili che vi sono all'interno, ma per poterci infilare eventuali bambole/macchine che, puntualmente, i nostri figli si portano appresso quando si esce, lo fanno nonostante abbiamo detto loro di non portarsi nulla perchè tanto, alla fine, dovremmo tenerli NOI quegli ingombranti giochi, ma che loro, furbi come pochi, con vocina suadente ci convincono: "dai mammina, ti prometto che lo tengo io il mio giochino" e dopo esserci allontanati esattamente due metri dal portone di casa... "mamma, me lo tieni tu??!"
Ecco che la borsa capiente è indispensabile se volgiamo avere le mani libere da giochi di ogni genere!
Deve avere una tasca con cerniera per riporre chiavi di casa, cellulare e portafoglio che regolarmente, in mezzo al marasma senza fondo che è la nostra borsa, si perdono diventando irraggiungibili, irrecuperabili, al limite della denuncia per smarrimento!
Mettendo queste cose in "separata sede" si potranno trovare con facilità senza che al supermercato, al momento del pagamento della spesa, facciamo della mensolina della cassa, un bazzar a cielo aperto delle nostre cose nella disperata ricerca del portafoglio; senza che nostro marito ci dia per disperse se, chiamandoci mille volte al cellulare, non rispondiamo perchèimpssibilitate a trovarlo o a sentirlo; senza rimanere sotto la pioggia con i bimbi che sguazzano nelle pozzanghere in attesa che la mamma trovi quelle benedette chiavi che "eppure erano qui, accidenti!!"

Nella borsa ideale non devono mancare assolutamente:
Alcuni cerotti, meglio se tenuti in un taschino a parte o nel portafoglio, perchè si sa che basta un taglietto per rendere moribondi i nostri bimbi e basta un miracoloso cerotto per far passare ogni male, persino il mal di pancia!
Ciuccio di riserva, protetto dall'apposito copricuccio, o chiuso in un sacchettino da freezer, perchè di ciucci non se ne hanno mai abbastanza e quando la notte il nostro bimbo si sveglia e non troviamo il ciuccio...sapiamo che ce n'è uno sempre ben conservato in borsa ;-)
Due pacchetti di fazzolettini di carta, ovviamente, al momento del bisogno uno lo troveremo regolarmente vuoto, il primo che prenderemo! Meno male che in borsa ne abbiamo messo due!!
Qualche caramella per far stare buoni i nostri cuccioli se siamo in una sala d'aspetto o come deterrente per le vecchiette che, tirando fuori le famigerate caramelle alla menta tenute in borsa chissà quanti milioni di anni, vorrebbero offrirla ai nostri bimbi, ma noi veloci come la lingua di un rana che acchiappa la mosca diremo tirando fuori dalla nostra super borsa "no grazie, ho le sue gommose proprio qui!"
Una penna e una vecchia agendina perchè, sempre nella sala d'aspetto citata poc'anzi, dopo che la caramella ha finito il suo effetto, i bimbi ci diranno "mamma mi sto annoiando" ed ecco che tireremo fuori l'incantevole penna con tanto di vecchia agendina che piace molto ai nostri bimbi e staranno buoni ancora un po'!
Ma Attenzione!! Il numero di penne e di agende si dovrà adeguare al numero di figli che, in caso contrario, litigheranno all'inverosimile se diamo il suddetto materiale ad uno e non all'altro pentendoci amaramente di avercela messa quella maledetta agendina con relativa penna!
Qualcosa da mangiare, anche se il cibo ideale da borsa è ancora cosa da definire.
Quelli che noi reputiamo pratici Crekers, si potrebbero rivelare bombe ad orologeria. se per caso non vengono mangiati il primo giorno che si trovano in borsa, è certo che li troveremo polverizzati il giorno seguente, e se non abbiamo l'accortezza di toglierli nemmeno da polverizzati, è sicuro che il pacchetto si aprirà sparpagliandosi allegramente dentro la borsa ritrovando briciole in ogni oggetto contenuto in essa, dal porta monete alla batteria del cellulare!
E dopo il cibo, non può mancare l'acqua, perchè sfido chiunque, dopo essere stato imbottito di caramelle e creker polverizzati, a non avere sete.
Se nel viale del vostro paese spuntano fontanelle ad ogni incrocio, è sufficiente avere un bicchiere in plastica rigida ed il gioco è fatto, disseterete a più riprese tutta la tribù, altrimenti è indispensabile una bottiglietta d'acqua, raccomandandosi col primo che beve di non sputarci dentro i crekers e di lasciare un po' d'acqua anche per il secondo!

Credo di non aver scordato nulla in questo vademecum, ora non mi resta che esercitarmi a metterlo in pratica!

lunedì 11 gennaio 2010

Zelig family

Ho tre bimbi, un ometto di 8 anni, una principessa di 6 anni e una pulcina di 18 mesi.
Questi tre monelli mi danno non poco da fare...ma i sorrisi e le risate che mi strappano, compensano alla grande le arrabbiature.

Ho raccolto alcune chicche:

L'ometto: "mamma, ma la "i lunga" quanto è lunga??


O+P"Mamma, oggi ci porti in piazza??"
io "certo!"
O+P "ma ce lo prometti!!!"
io "Si, va bene!"
O+P "ma ci porti anche se hai mal di testa!!"
io "eh vabbè.....e se stò per morire??"
O+P "allora ci porta papà!"


L'ometto: "mamma, i pinguini vivono al polo nord giusto?? e li fa molto freddo!!...ecco perché camminano in quel modo!"



Ometto: "mamma come si fa il pesto?"
io: "con il mortaio"
Ometto: "ma quello che usava papà da militare??"


la principessa incantata con una cantilena: "i-com-pi-ti-i-com-pi-ti-i-com-pi-ti-i-com-pi-ti-i-com-pi-ti"
l'ometto: "BASTAAA!! Mi fai venire voglia di fare i compiti!"

io: "Bambini, raccogliete i giochi"
O: "tu raccogli quei giochi e io gli altri"
P: "no!"
O: "si!"
P: "nooo!"
O: "siiiiiii!"
io: "E basta!!!...ma è possibile che litighiate per ogni stupidagine!!!"
P: "si!"
O: "noo!"
P: "siiiiiii!"
O: "nooooooo!"
P: "siiiiii!"
O: "nooooooooo!"
io -_-

la pulcina (a 9 mesi): "e dada..data..tatata...eda..dadatata..da..dadada"
l'ometto (7 anni e mezzo): "stà parlando in piccolese"

domenica 10 gennaio 2010

Come aiutare in maniera pratica una neomamma.

Una donna che ha appena partorito, ha un grande bisogno di aiuto, sia pratico che morale.
Appena si torna a casa dopo il parto, non si è proprio nel pieno delle forze e i compiti che prima si svolgevano con routine, diventano qualcosa di faticoso e pesante.
La stanchezza fisica prende il sopravento e rifare il letto la mattina non è più una cosa scontata...

In molti lo sanno ed ecco che alcuni si offrono chiedono:
"SE hai bisogno di aiuto chiamami"
Questa frase è una di quelle che più mi fa storcere il naso se riferita ad una neomamma.

Non so bene perchè, ma è difficilissimo che una neomamma vada in giro a chiedere aiuto pratico... a me è capitato di non farlo... e so che è capitato anche ad altre neomamme.
Non dico che sia giusto rifiutare un'aiuto, ma tant'è!

Io abito in Piemonte, mentre i miei parenti (tutti, sia genitori che suoceri) abitano in Sardegna.
Qui abbiamo un discreto numero di amici.
Tra gli amici "giovani" siamo stati i primi ad avere figli, mentre gli amici "maturi" hanno figli della nostra età.
Io non me la son mai sentita di chiamare nessuno di loro per farmi dare una mano.
Pensavo che loro avessero già i loro impegni e che non era il caso di chiamarli per... per cosa??
Per farmi lavare i piatti? O aiutarmi a rifare il letto?
Io che fino ad allora ero riuscita a fare tutto da sola, mi trovavo in imbarazzo a chiedere aiuto e poi "le altre ci riescono, penseranno che sia una scansafatiche"
Ecco, il giudizio, ciò che avrebbero pensato di me per una richiesta così sciocca mi faceva desistere dal chiamare qualcuno,
Ma non era solo la paura del giudizio, era anche il fatto che è avvilente chiamare qualcuno per farsi lavare i piatti.

Ogni volta che incontravo qualcuno che mi chiedeva "Se hai bisogno chiamami"
io rispondevo sfoderando un sorriso "Sei gentile, ma riesco"
RIESCO??!! Sapevo benissimo che era una menzogna, ingannavo gli altri, ma ingannavo pure me stessa e per un attimo mi illudevo fosse vero, poi tornavo a casa e mi accorgevo che non c'erano solo i piatti da lavare o i letti da fare, c'era un vero e proprio macello e io volevo, cercavo di sistemare, ma puntualmente il mio bimbo piangeva e io ero stanca e mi sentivo avvilita e sconfitta perchè non riuscivo a sistemar casa
Il mio bimbo è cresciuto, e io mi son "abituata" al caos anche se non ci convivevo molto volentieri.

Parlando con altre mamme, ho scoperto di non essere sola, che il disordine e il non riuscire a far nulla è comune a moltissime neomamme (e non solo neo).
E allora ho cominciato a domandarmi: "ma se in molte non riusciamo... e di certo in molte riceviamo la stessa offerta di aiuto da parte di conoscenti, è evidente che in molte rifiutiamo quell' aiuto... senò sarebbe ovvio non lamentarsi del problema"

I conti non mi tornavano, c'era qualcosa che non andava in coloro che offrivano aiuto.
Lasciamo stare chi non ha figli e non può sapere cosa significhi essere mamma, ma chi mamma lo è, aveva di certo passato la mia stessa situazione, sapeva cosa significava avere un bimbo piccolo e non riuscire nemmeno a farsi una doccia in santa pace.
Ma allora, perchè cavolo mi si chiedeva SE avevo bisogno di aiuto?
Avrebbero dovuto saperlo che AVEVO bisogno di aiuto!

Con l'arrivo della seconda bimba il disordine era pauroso, e le persone che continuavano a chiedermi SE avevo bisogno di aiuto c'erano ancora.... la cosa mi dava alquanto fastidio!!
Ho provato a mettere da parte il mio orgoglio e due volte ho chiesto aiuto come mi era stato proposto...risultato..una volta la persona non era disponibile ed un'altra volta dovevo lasciarle il mio bimbo ma lui non ne voleva sapere così ho fatto tutto con figlio al seguito, come avevo sempre fatto.

Però, questo ostacolo mi ha insegnato una cosa...che le mamme di bimbi piccoli, hanno un gran bisogno di aiuto!
Infatti, appena ho potuto, mi son resa utile ad una mia amica divenuta mamma da poco.

Ecco come ho fatto io... l'ho fatto pensando a come avrei voluto che facessero con me.

Qualche giorno prima ho chiamato la mia amica e le ho detto che sarei andata a trovarla per aiutarla, non le ho chiesto se potevo, perchè so che mi avrebbe risposto che non aveva bisogno, mi sono solo accertata che fosse stata in casa al mio arrivo.
Mentre il più grande era alla materna, io ho preso la mia piccolina e sono saltata sull'autobus per andar fino a casa sua.
Le ho portato un pranzo già cucinato, era solo da riscaldare.
Ho portato anche una scatola di biscotti e abbiamo preso un te, perchè penso che un the o un caffè siano una mini pausa relax che da neomamme è difficile concedersi quando si è sole.
Mentre chiacchieravamo dell'essera mamme, ho adocchiato la lavatrice e come immaginavo era carica di bucato da stendere (quante volte ho rilavato il bucato dopo tre giorni che rimaneva umido in lavatrice perchè non ero riuscita a stenderlo!!) e così le ho steso la biancheria.
L'ho aiutata a rifare il letto... difficile pure quello da fare quando si è sole e con un bimbo frignante.
L'ho aiutata a piegare un pò di bucato e a sistemare l'armadio nel quale riporlo.
Abbiamo fatto tutto mentre si parlava del più e del meno, badando ai bimbi a vicenda, quasi come fosse piacevole fare i lavori di casa.

Sono andata via felice, sapendo di aver fatto felice una mamma avendola sollevata da un pò di impegni proprio come avrei voluto che accadesse con me.

Non è così complicato aiutare una mamma se si parte dal presupposto che una mamma HA bisogno di aiuto.

Quando si vede una persona annaspare nell'acqua, mica le si chiede "mi scusi, lei che stà affogando, ha mica bisogno di aiuto?"

Ecco, una mamma con bimbi piccoli è una persona che si è avventurata in acque alte senza saper nuotare bene.
Non c'è bisogno di chiederle se ha bisogno di aiuto, la si aiuta e basta!

Ora ho tre figli, e qualcuno che mi chiede se ho bisogno di aiuto c'è ancora... forse pensano che sia figlia di wonder woman O_O
Qualcuno invece non si osa chiedere se ho bisogno e si limita a dire "ma come fai??"
Mica ci va una scienza a capire che NON faccio... non riesco a far tutto... son sola, come potrei fa tutto??
Ma ormai mi ci sono abituata, sia al disordine che al sentirmi dire certe cose.
Ma non mi abituerò mai al fatto che ci son mamme che hanno bisogno, non potrò mai essere indifferente a questo problema e lo sento un mio dovere dare una mano ad una mamma con bimbi piccoli!

venerdì 8 gennaio 2010

Non ci son più le mamme di una volta!

Non è la prima volta che sento critiche nei confronti di noi mamme moderne
Specie da persone di una certa età che lamentano del fatto che le mamme di oggi son più "sfaticate" rispetto a quando le nostre nonne erano giovani madri.
Le critiche variano dal "non avete più pazienza" al "volete fare troppe cose".
Insomma, per una gran parte di "mamme mature", noi madri giovani siamo viziate e ci lamentiamo troppo.

Non posso negare che ci lamentiamo...anzi, mi metto in prima persona, non posso negare che io mi lamenti spesso e volentieri, ma son convinta che dietro ad ogni disagio c'è sempre un motivo.

E così mi son messa seriamente in discussione e mi son chiesta, ma come caspita faceva mia madre? Io non la ricordo così sclerata come lo sono io, cos'ho che non va??

Quando mia madre aveva me e mio fratello piccoli, lavorava in fabbrica.
La mattina ci accompagnava a casa dei miei nonni (che erano custodi della fabbrica in cui lavorava) li, aspettavamo lo scuolabus, finita la scuola tornavamo con lo scuolabus a casa di mia nonna che ci faceva pranzare e il pomeriggio potevamo giocare nell'immenso parcheggio della fabbrica.
Quando mia madre finiva di lavorare ci portava a casa, avevamo un cortile e spesso giocavamo fuori con l'amichetto vicino di casa.
Mia madre aveva quindi il tempo di sistemare casa senza nessuno in giro.

Facendo due salti nel passato, c'è mia bisnonna, mamma di dieci figli sopravvissuta con tutta la sua numerosa famiglia alla seconda guerra mondiale.
La prima figlia di mia bisnonna è mia nonna (so queste cose grazie ai suoi racconti).
Mia bisnonna ha avuto un figlio ogni anno e mezzo, all'età di 5 anni mia nonna aveva già tre fratellini che doveva accudire, mia bisnonna era stanca visto che la notte non si riposava abbastanza perchè doveva allattare, e così spettava alla figlia maggiore dare una mano, anche se la figlia in questione avev appena 5 anni.
Le case a quel tempo non erano ammobiliate come le nostre moderne case, da pulire non c'era tantissimo... e purtroppo manco da cucinare c'era molto.
Dopo pranzo mia bisnonna si riposava e mia nonna lavava i pannolini dei fratellini mentre loro giocavano tranquilli in strada!!!
Non c'era la lavatrice, ma non c'erano nemmeno tutti i vestiti che abbiamo ora, uno per tutta la settimana e uno per la domenica.
Mia nonna è andata a scuola fino alla 5° elementare (poi ha lasciato per via della guerra).
Andava rigorosamente a piedi e da sola portando con se i fratelli che man mano andavano a scuola

Ora torniamo nel presente:
Io ho tre bambini (pochi a confronto dei dieci figli di mia bisnonna) mi danno da lavare due lavatrici al giorno, che vanno pretrattate, caricate, scaricate, stese e stirate.
Ho una casa modestissima ma va pulita tutti i giorni, se salto un giorno, pare che sia esploso un'ordigno nucleare!
Il giorno passa veloce tra commissioni, pranzo, lavoro e quando il pomeriggio vado a prendere i bimbi a scuola e penso, "ora torno a casa e mi metto a sistemare un pò" ecco che ci sono i compiti da fare, troppi... esageratamente troppi... sempre di più, manco dovessero prendere la laurea in 3° elementare!
E dopo i compiti, finalmente posso sistemare mentre i bimbi giocano... ILLUSA!!
Sfido chiunque a sistemar casa urlando di continuo a due bimbi che litigano per ogni cretinata... Mi verrebbe voglia di mandarli in strada a giocare, cosa che, al giorno d'oggi è impensabile!!
E tra un urlo e l'altro, s'è fatta ora di metter su la cena ricordandosi che X mangia la pasta in bianco, Y in rosso e Z in verde, X non vuole la cipolla, Y non vuole la carota e Z non mangia gli spaghetti... mille pentole per una cena... e pure senza lavastoviglie!!

Ecco, mi fa incavolare quando sento certi commenti rivolti ad una mamma che sgrida il figlio dicendogli di non buttarsi a terra perchè si sporca.
"perchè, non ce l'ha la lavatrice?..ha, le mamme di oggi..."
Fosse la lavatrice a sollevarci da tutti gli incarichi che abbiamo, me ne comprerei due!

Ora, io non metto in dubbio che mia bisnonna non abbia avuto una vita difficile, ma non credo di averla molto semplice nemmeno io solo perchè in casa ho la lavatrice, e non mi sento una "perditempo" solo perchè trascorro qualche ora davanti al pc per prendere una boccata d'aria dalla vita frenetica.

martedì 5 gennaio 2010

Le altre me

Ho aperto questo blog per raccogliere le mie esperienze di mamma e poterle condividere con le altre mamme sperando di essere utile in qualche modo.
E' stato un mio desiderio quasi fin da subito il voler condividere queste esperienze...ma forse subito non ero pronto, e così son passati otto anni da quando son diventata mamma per la prima volta, ora ho tre bimbi , e anche se non mi sento ancora completamente pronta, prima di scordarmi determinate cose, ho deciso che era il momento di condividerle, così è nato "Cose da mamme"

Ma io non sono solo una mamma, ho una passione... cucire.
Amo questa forma d'arte e spero presto di realizzare il mio sogno e aprire un laboratorio creativo tutto mio.
Nel frattempo raccolgo i miei lavori (e non solo), nel mio "Emporio tabita".
Li potete trovarmi in versione sarta


Ma non finisce qui, ogni tanto mi diletto a scrivere piccole storie con morale cristiana, ne ho scritte circa una trentina...poi ho avuto una sorta di blocco dello scrittore.
Poco per volta, visto che son tutte su carta, le stò trascrivendo in digitale sul mio blog e così potete trovarmi anche in versione scrittrice su "brevi racconti cristiani"

A voi la scelta, potete decidere sotto quale forma farvi rompere le scatole da me :-D

lunedì 4 gennaio 2010

N figli/difficoltà :una proporzione inversa

Quando le persone sanno quanti figli ho, fanno delle osservazioni che variano da "oh mamma, io impazzisco con uno!" a "complimenti per il coraggio" a "ma come fai con tre !!??(con tanto di occhi sbarrati)"

Io sono del parere che la proporzione tra figli e le difficoltà che essi comportano sia inversa
Più figli si hanno, meno difficoltà si affrontano.
Ovvero: Il primo figlio è più difficoltoso del secondo.

Il primo figlio mi ha stravolto la vita,
la seconda è arriva quando la vita era già stravolta, quindi non ho notato molto la differenza,
e la terza è arriva che ormai ero completamente andata, quindi non mi sono accorta di nulla!

Ma, scherzi a parte, ecco il mio serio ragionamento su quanto penso.

Mentre ero incinta del primo figlio, dormivo 12 ore a notte più due ore per il pisolino pomeridiano.
Uscivo quando ne avevo voglia mettendoci un attimo a prepararmi.
A volte non prendevo nemmeno la borsetta, mettevo il portafoglio e le chiavi in tasca e...via!
Facevo lunghi bagni rilassanti quando mi pareva.
Delle volte non cucinavo e mangiavo il pranzo al volo magari mentre ero fuori per commissioni.


Con l'arrivo di M. improvvisamente, senza avere il tempo di abituarmi, dormivo si e no mezz'ora consecutiva, sommando tutte queste mezz'ore, dormivo tre ore a notte.
Di giorno evitavo di dormire per poter fare le faccende di casa mentre il bimbo dormiva anche se regolarmente si svegliava e non mi faceva combinare nulla e quando avevo sonno e avrei riposato volentieri approfittando del riposino di M., era invece la volta che M. non voleva dormire.
E si sa che il poco riposo influenza negativamente sulle funzioni nervose.
Le uscite son diventate più difficoltose, per preparare sia me che M. ci mettevo mezz'ora in più, se c'era vento, pioggia, neve o troppo sole, evitavo di uscire col piccolo e quando uscivo era una costante scordarmi qualcosa a casa e ricordarmene dopo aver fatto tre piani col passeggino in spalla.
La cosa che non potevo permettermi di scordarmi era la "valigia" con tutto l'occorrente per il cambio del bebè
Per farmi una doccia in santa pace dovevo aspettare il rientro a casa di mio marito.
E quando ho cominciato a svezzare il bimbo, non potevo permettermi di mangiare per strada.

Quando è arrivata N., due anni dopo M., ormai ero abituata a non dormire più di tre ore a notte, infatti M. ha continuato a svegliarsi la notte per ciucciare il seno, e anche mentre ero incinta di N. si svegliava più volte a notte.
Il giorno non provavo nemmeno a fare il pisolino (ci avevo rinunciato quasi del tutto)
Quando uscivo, la borsa del cambio era una sola per tutti e due e quasi sempre pronta.
Se i fratellini si intratenevano l'un l'altro, potevo persino concedermi una pipì senza la compagnia.
I pranzi a casa ormai erano diventati un'abitudine, quindi nessuno sconvolgimento rispetto a quando avevo un solo figlio.
E poi N. era abituata a dormire da sola...io dovevo ancora star dietro a M.
N. ha imparato da sola un sacco di cose, sollevandomi da parecchie difficoltà

Quando è arrivata S., i fratelloni andavano già a scuola (M. in prima e N.l'ultimo anno di materna)
la notte ero abituata a non dormire benissimo (N. ha dormito nel lettone con noi fino a che non è nata S.)
Sapevo già un sacco di cose e essere mamma per la terza volta, anche se i figli son tutti diversi, è stato decisamente più semplice.
Le uscite a 4 (io e i bimbi) sono abbastanza caotiche ma le cose che mi scordo non sono maggiori delle cose che scordavo quando uscivo sola con il primo figlio.
Posso persino farmi una doccia lasciando la piccola con i fratelloni, che anche se sono tremendi, non posso negare che mi diano una mano...quando ne hanno voglia :-P

I cambiamenti subiti tra la gravidanza e il primo figlio, sono nettamente maggiorni dei cambiamenti subiti tra l'avere già due figli e l'arrivo della terza.

Ricapitolando: il primo figlio è più traumatico del terzo.
Si potrebbe dire che ci vuole più bravura a star dietro al primo figlio che al terzo ;-)

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