lunedì 28 dicembre 2009

Diventare mamma

Gironzolando per il web, mi è capitato di leggere su un blog "Ci si sente mamma quando ancora il bimbo è nel proprio grembo"
Per me non è stato così (ovviamente mi riferisco alla prima gravidanza).
Ma forse è dovuto al fatto che io realizzo le cose con notevole ritardo e finchè il bebè stava nel mio grembo, non mi pareva nemmeno di essere incinta, a parte il fiatone e le fitte "la sotto" vivevo una vita normalissima.
Al settimo mese, puntuale come un orologgio svizzero, preparai il borsone per l'ospedale, mi venne pure la "sindrome del nido", così riordinai tutta casa e lavai e stirai tutto il corredino per il bebè in arrivo.
Mi sentivo pronta a diventare mamma....insomma... pronta.... mica tanto... o meglio, pronta a giorni alterni, c'erano giorni che avrei partorito seduta stante e altri giorni che pensavo "ma non si può rimandare tutto ad un'altra vita??" nulla di strano, erano solo i tipici cambi d'umore di una normale donna incinta.
Poi arrivò il fatidico giorno, la sera avevamo fatto il giro dell'ikea(consiglio a tutte le gestanti che hanno superato la ddp di farlo) e la notte, verso le 2 del mattino un gorgoglio mi fece svegliare, mi alzai e gocciolò qualcosa, presumo fosse il tappo mucoso.
Bisbigliai a mio marito che era arrivato il momento, andai in bagno a sistemarmi, mi misi anche le lenti a contatto, tornai in camera e... mio marito ronfava, lo svegliai e mi rispose "pensavo non fosse urgente"
Vabbè, capito che forse era il caso di andare, prendemmo tutto l'occorrente e avvisai mia madre che stavamo andando in ospedale, lei si trovava a casa mia, era venuta per darmi una mano in occasione dell'arrivo del bebè (io abito in Piemonte lei in Sardegna).
Mio marito aveva deciso di assistere al parto, quindi non ritenevo opportuna la presenza di mia madre in ospedale.
Arrivammo in ospedale, mi visitarono e durante la visita si ruppero le acque, ma la dilatazione non era sufficiente così mi misero in una sala con un elasticone attorno al pancione che monitorava i battiti del bimbo, detto appunto monitoraggio.
Era notte fonda(lo era per me, che per tutta la gravidanza mi ero alzata alle dieci del mattino) e io avevo un sonno tremendo, le contrazioni erano leggerissime, sembravano minuti interminabili.
Mio marito riprendeva ogni cosa con la telecamera nuova acquistata per l'occasione.
Non sono una persona puntigliosa, quindi non ho idea di quanto tempo abbia passato seduta su quella poltrona per il monitoraggio, stà di fatto che dopo parecchio tempo mi portarono in stanza, mi coricai e cominciarono ad aumentarmi le contrazioni, inizialmente sopportabili, poi divennero insopportabili, mi visitarono di nuovo e decisero di portarmi in sala parto, a questo punto penso che fosse già mattina inoltrata.
I dolori erano così forti, e probabilmente la testolina del bimbo si era già incanalata, che le gambe non mi reggevano più, e per fare 20 metri, dalla sala visite alla sala parto, mi feci portare sulla sedia a rotelle!
Arrivata nella sala parto un'infermiera disse a mio marito di fami dei massaggi nella schiena per alleviarmi il dolore e mentre lo diceva mi faceva i massaggi mostrando così a mio marito come farli.
Appena l'infermiera si allontanò uscendo dalla sala, guardai mio marito e quasi ringhiando gli dissi "Non toccarmi"
In quel momento non sopportavo nulla, ne che mi toccassero ne che mi parlassero.
Arrivò l'ostetrica, salii sul lettino e li.... cominciò il "gioco".
Non amo descrivere minuziosamente il momento del parto, infatti impedii a mio marito di riprendermi con la telecamera, la trovo una cosa inutile, qual'è quella donna che vuol rivedere il proprio parto?! Non è certo un filmino stile matrimonio in cui si invitano gli amici a casa per mostrare il filmato tra un sorso di aranciata e un salatino!
Posso solo dire che le contrazioni erano momenti così intensi, nei quali impegnavo tutta me stessa che, tra una contrazione e l'altra, quasi mi assopivo per riprendere briciole di energie.
... e dopo un'ora di spinte, ecco che alle h 12.50 nasce M., un bimbetto di 3660 gr
Chiesero a mio marito se voleva tagliare il cordone ombelicale, cosa che lui fece orgolgiosamente chiedendo al ginecologo di riprendere l'evento... questo glielo permisi :-)
Mi misero il bimbo sul petto e accarezzando la sua testina umida dissi "ciao piccolino, è colpa mia" riferendomi alla sua testolina allungata per via del "troppo tempo" che era rimasto incanalato prima di uscire.
Avevo un bimbo tra le braccia, avevo il MIO bimbo tra le braccia, ma ancora non mi era chiaro. Per nove mesi l' avevo avuto in grembo, l'avevo immaginato, l'avevo sognato gli avevo parlato, ma averlo tra le braccia era tutta un'altra cosa, allo stesso tempo bella e "strana".
Non mi sentivo ancora mamma anche se sapevo di esserlo.
Lo portarono via per lavarlo, mio marito con la scusa di riprenderlo durante il bagnetto, non lo mollava di vista un attimo... aveva il terrore che potesse essere scambiato con un altro bimbo, cosa impossibile visto che è spiccicato a lui :-P
Intanto in sala parto mi diedero qualche punto poi, andammo tutti in camera
lo attaccai subito al seno, ero stanchissima ma serena.
Ero una mamma! Ero una mamma? Si, ero mamma!
Non so esattamente quando ho cominciato a sentirmi realmente mamma, so solo che mi ci sono ritrovata volentieri.

2 commenti:

  1. il tuo racconto mi ha commosso, ricorda molto la mia esperienza. E' stato il momento più duro della mia vita, ma anche il più bello.

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  2. Essere mamma non è facile,
    ma chissà perchè, quando non lo si è, si ha la "innicente presunzione" di riuscire ad esserlo meglio deglle altre...
    Quante volte ho detto "quando sarò mamma...certi sbagli non li farò"
    Ora mi vergogno di averlo anche solo pensato :-P

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Grazie per il tuo prezioso intervento

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