Prima che nascesse M. pregavo quasi tutti i giorni chiedendo tre cose: che mio marito fosse in casa al momento delle contrazioni, che potessi fare un parto naturale (non cesareo) e che potessi allattare al seno il mio bimbo.
... il Signore mi rispose positivamente...
I primi sintomi del travaglio li ebbi alle 2 del mattino quando mio marito era in casa, il parto è stato naturale, senza complicazione alcuna e... "sembrava" che fossi riuscita ad avviare un buon allattamento.
Dopo il parto infatti andai in camera col mio bimbo e lo attaccai subito al seno, lui ciucciava tanto, anche se non ero molto convinta delle fossette che facevano le sue guance mentre poppava.
Ricordavo che al corso preparto ci avevano detto che, se le guance del bimbo fanno le fossette durante l'allattamento, significa che non è attaccato bene e non stà succhiando correttamente.
Passarono due infermiere per vedere se tutto procedeva bene, una disse "in effetti fa le fossette, ma sento che deglutisce, quindi è tutto ok" la collega le diede ragione e io, mamma inesperta, mi fidai del loro giudizio.
Il primo giorno passò, M. dormiva tanto e quando non dormiva piangeva.
Il secondo giorno mi arrivò la montata lattea, pareva che il seno mi scoppiasse, perdevo latte da tutte le parti, M. continuava a ciucciare sempre facendo le fossette nelle guance e a dormire sempre di più.
Il terzo giorno ero felice, non vedevo l'ora di tornare a casa, mi visitarono e tutto era ok, poi visitarono il bimbo, era tutto a posto tranne una cosa, aveva perso troppo peso, più del 10% che rientra nella normalità.
L'unico motivo di una così importante perdita di peso era dovuto al fatto che non aveva mai mangiato.
Mi crollò il mondo addosso, non sapevo che dire al dottore che mi aveva riferito questo.
Ma come, le infermiere mi avevano detto che era tutto ok, che ciucciava bene, che deglutiva, io perdevo latte in abbondanza (sintomo che di latte ne avevo davvero tanto) e allora?
Come era possibile che non aveva mangiato in tre giorni?
Scoprimmo che il mio bimbo, prima di attaccarsi al seno, tirava su la lingua attaccandola al palato, chiudendo completamente la gola e impedendo la deglutizione del latte.
Lui, piccola stellina mia,muoveva la bocca per ciucciare e grazie a questo ha stimolato il seno e mi è arrivata la montata, ma allo stesso tempo con la lingua si faceva un tappo che gli impediva di ingoiare il latte che usciva dal seno.
Ecco anche spiegato il motivo del tanto suo dormire, si era indebolito tantissimo e non aveva le forze di star sveglio, a posteriori so che il troppo sonno è un bruttissimo sintomo, ma in ospedale mai nessuno se n'era accorto!
Ovviamente quel giorno non fummo rimandati a casa e, capito il problema, cercammo di trovare una soluzione.
Inizialmente mi tiravo il latte e lo davo con il biberon, poi scoprimmo che con il paracapezzolo il bimbo riusciva ad attaccarsi e a mangiare, così il giorno seguente mi mandarono a casa con questo escamotage.
Comprammo subito i paracapezzoli e arrivati a casa... cominciò l'odissea.
Quando M. ciucciava, il paracapezzolo si riempiva di latte che lo rendeva scivoloso e spostandosi complicava la suzione, il bimbo piangeva e io mi impanicavo.
Ho provato ad allattarlo col paracapezzolo pochissime volte (che miscelate alla stanchezza sembravano infinite).
Anche gli ormoni hanno fatto il loro bel lavoro e dopo la terza prova di allattamento con paracapezzolo fallita, ho pensato "mollo tutto e compro il latte artificiale".
Poi, in un attimo di coraggio, ripensando alla mia preghiera, mi son ripresa e ho deciso di tirarmi il latte e di darlo con il biberon.
Non è stato per nulla facile, le prime volte riuscivo a tirarmi a mala pena 20 gr di latte, infatti comprai del latte artificiale per ovviare all'insufficienza di latte materno.
Tiravo il latte ad ogni momento, prima dell'ora della poppata, dopo la poppata, e appena avevo un attimo di tempo, tutto questo per poter avere sempre più latte materno anzi che quello artificiale da dare al mio bimbo.
Appena rientrata a casa dall'ospedale e accortami della difficoltà nell'allattare, contattai le puericultrici dell'ospedale del mio paese (o meglio, fui contattata da loro...ma questa è un'altra storia che presto condividerò)
Loro si resero subito super disponibili, e visto che non potevano venire a casa mia per assistermi tutte le volte che allattavo , andavo io tre volte al giorno da loro.
Ci volevano tre persone per attaccare il mio bimbo al seno: io lo tenevo in braccio, una puericultrice gli abbassava la lingua e l'altra stringendomi in seno lo porgeva al bimbo.
Ovviamente io non avevo due persone a disposizione che a casa facessero altrettanto, quindi mi accontentavo di allattarlo al seno quando andavo in ospedale e con il biberon di latte materno quando stavo a casa.
Andai in ospedale circa una settimana, poi la stanchezza e il freddo (era dicembre inoltrato) mi fecero pensare che ero destinata a tirarmi il latte finchè avrei voluto allattare, perchè non potevo continuare ad andare in ospedale tre volte al giorno.
Ma la cosa era alquanto scomoda,
non potevo, o meglio, non me la sentivo di andare fuori casa per troppo tempo perchè dovevo portarmi a presso tutto l'occorrente per la poppata: tiralatte, biberon, latte artificiale, termos dell'acqua, e se dovevo dar da mangiare al bimbo dovevo tirarmi il latte prima e dopo la poppata, insomma: era una cosa alquanto scomoda!
Col tempo la quantità di latte che riuscivo a tirare aumentava, ma non era mai sufficiente per soddisfare un'intera poppata, infatti in casa avevo sempre del latte artificiale.
Qualcuno ha tentato di scoraggiarmi dicendomi che se continuavo a tirarmi il latte con il tiralatte, presto mi sarebbe andato via.
Non capisco perchè la gente dice queste cose, forse trova gusto nel far deprimere ancora di più una povera neomamma già piena di incertezze.
Io proprio non lo concepisco...eppure anche questa persona ha avuto figli piccoli...forse si era scordata di come si sente una neomamma a pochi giorni dal parto!
Ecco, non scordiamoci mai di ciò che abbiamo passato o di ciò che passeremo, quelle difficoltà son le stesse che passeranno altre mamme, la nostra esperienza può essere un prezioso aiuto per un'altra mamma.
Comunque quella persona aveva torto marcio, perchè il tiralatte stimola tanto quanto la suzione naturale e il latte aumentava ogni giorno di più ma...
.. probabilmente, non avevo un ottimo tiralatte, ora in commercio ve ne sono di eccellenti e, tira oggi, tira domani, dopo un mese e mezzo di tiralatte, una notte mi svegliai febricitante, un dotto mi si era ingorgato e il seno mi faceva un male pazzesco, solo a sfiorarlo vedevo le stelle.
Non ci pensai su troppo e andai in ospedale, dopo un controllo e la prescrizione di antibiotico e pomata antinfiammatoria, mi dissero, "Non puoi continuare a tirarti il latte, potrebbe nuovamente ingorgarsi un dotto e trovarti punto e a capo...devi attaccare il bimbo!"
"facile a dirsi" pensai! E con un nodo in gola tornai a casa e nel tragitto dall'ospedale a casa pensai:
"Signore, avevo chiesto di poter allattare al seno mio figlio... perchè tutto questo?"
Rientrai a casa e moggia moggia riferii a mio marito quanto mi avevano detto.
Intanto si era fatta ora di dar da mangiare al bimbo, che fare??
Non potevo tirare il latte, mi avevano detto di attaccarlo al seno..."Proviamoci" pensai
Col seno dolorante, presi in braccio M. e lo attaccai...ricordo due cose, il dolore assurdo al seno...e M. che ciucciava felice.
Si era attaccato!
Non potevo crederci, sembrava la cosa più semplice e ovvia del mondo.
Ringrazia il Signore!!
Forse il bimbo era più grande, forse il biberon gli aveva corretto la postura della lingua, molto probabilmente il Signore aveva ascoltato la mia preghiera,
stà di fatto che M. ciucciava che una meraviglia... e ha continuato a farlo per quasi un anno e mezzo!
Questa "avventura" mi ha insegnato tanto, e quello che ho imparato voglio condividerlo con tutte voi che avete difficoltà nell'allattamento.
Non arrendetevi al primo ostacolo!! Allattare è possibile!
Ci son cose, emozioni, sensazioni, stati d'animo, gioie, disagi, paure, che appartengono alle mamme e che solo con altre mamme si possono condividere avendo la certezza di essere comprese.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
: )))
RispondiEliminasono d'accordo con la tua ultima frase... l'importante è non scoraggiarsi ! io ho avuto una situazione "diversa ma simile"... anche io ho avuto un periodo di panico, ma ho creduto fortemente in me stessa, e il panico è sfumato!
RispondiElimina:-)
@fradifri: Condordo pienamente...la parola chiave dev'essere "non scoraggiarsi mai!"
RispondiEliminaqualunque cosa accada...anche se non è quella che avevamo previsto noi!!