martedì 6 luglio 2010

Mutismo selettivo... non è semplice timidezza

Tempo fa Tiziana ha condiviso nella mia bacheca di facebook un link sul mutismo selettivo, mi sono incuriosita è ho chiesto informazioni in merito, lei è stata disponibile e gentile e oltre a rispondere alle mie domande mi ha
indirizzata al
sito dell' AIMUSE, un associazione fondata da genitori di bambini affetti da questo disturbo.

Nel sito si legge questa spiegazione al riguardo:

Il Mutismo Selettivo è un disturbo sconosciuto e apparentemente raro.
Colpisce principalmente i bambini ed è caratterizzato dall’incapacità di parlare in alcuni contesti sociali, nonostante lo sviluppo e la comprensione del linguaggio siano nella norma. Sono bambini che a casa non stanno mai zitti, mentre fuori o in presenza di estranei, in luoghi pubblici o in contesti sociali, come l’asilo o la scuola, non riescono a far uscire un solo suono dalla bocca, neppure riferito al riso o al pianto.
Non è un fenomeno dovuto a qualche disfunzione organica o a un’incapacità correlata allo sviluppo, ma è un disturbo legato all’ansia, inserito nel quadro della fobia sociale infantile.
In Italia c’è pochissima informazione a riguardo.

Mentre leggevo queste informazioni mi è tornato alla mente quando mio fratello da bambino faceva scena muta davanti ad estranei adulti, e mi son ricordata del fatto che la maestra delle elementari non conosceva la sua voce perchè per i 5 anni di scuola lui non ha mai parlato con lei

Al periodo (circa 25 anni fa), si pensava fosse solo "estrema timidezza", ora questo disturbo ha un nome "Mutismo Selettivo".

Mio fratello, pur rimanendo tutt'ora una persona introversa e riservata, ora parla tranquillamente con tutti, ed è per questo che con l'aiuto di Tiziana, ho pensato di fargli un' intervista.
Alle domande "tecniche" di Tiziana (in verde) ho voluto aggiungere alcune domande personali (in blu) ed ecco cosa ci racconta Andrea della sua esperienza:

Ciao Andrea, quanti anni hai?
31

Che studi hai fatto?
Mi sono diplomato in un istituto professionale come "Tecnico delle Industrie Meccaniche"

Che lavoro fai?
Attualmente ho una ditta individuale e realizzo lavori di grafica e web design.

Hai molti amici?
Non precisamente. Ho diversi amici con i quali ho buoni rapporti e diversi altri che però posso definire come "conoscenze".

Ti piace la compagnia?
Quando è buona sì. Non mi piace la troppa confusione anche se nel caso non faccio fatica ad ambientarmi.

Come descriveresti il tuo carattere?
Sincero, pignolo per ciò che mi interessa, riservato ma con "riserva", abbastanza intelligente quando mi ci metto d'impegno, serio ma non troppo, spiritoso con moderazione... e direi anche socievole quando ho interesse a socializzare.

Sei mancino?
No.

Ci sono persone che soffrono o hanno sofferto di ansia/depressione tra i tuoi più stretti famigliari?
No, che io sappia.


Quali erano i giochi preferiti/attività preferite dai 3 ai 10 anni?
Giocavo con le macchinine e le costruzioni. Mi piaceva più che altro costruire, inventare ed elaborare. Non ero troppo attratto da attività sportive.

Ti piaceva ascoltare musica?
Non in particolare. Tutt'ora ascolto poca musica anche se comunque mi piace la musica in generale e mi piace suonarla.

Con quanti coetanei, amici parlavi tranquillamente?
Con i miei compagni e con i miei amici coetanei parlavo tranquillamente, in particolare alle elementari avevo due compagni con cui andavo molto d'accordo e con cui tutt'ora ho un buon rapporto di amicizia.
Essendo comunque abbastanza introverso, solitamente non mi proponevo in modo spontaneo per giocare insieme a coetanei che non conoscevo.


C'erano dei luoghi o occasioni in cui non riuscivi a parlare neppure con loro?
Con i miei coetanei parlavo normalmente, anche se sempre con riservatezza e a seconda della confidenza che avevo con loro. Solo nel caso in cui c'erano persone adulte vicine, con cui "normalmente" non parlavo, allora mi "turbava" farmi sentire da queste e di conseguenza in quel caso evitavo di parlare anche con i miei coetanei (ma non perché non volessi parlare con loro).

Quali sono state le difficoltà maggiori nel periodo delle elementari?
Ero molto "mammone" e i primi giorni in prima elementare piangevo a dirotto perché non mi andava assolutamente di restare lì con persone che non conoscevo e lontano dai miei genitori. Lo stesso quando presi le prime volte lo scuolabus, ricordo che mi dovettero "strappare via da mia madre", anche se comunque viaggiavo con mia sorella che è un anno più grande di me.
Ricordo che in cinque anni di elementari non sono mai andato al bagno sia perché mi vergognavo, sia perchè non "potevo" chiederlo alla maestra quindi spesso capitava che, durante il rientro a casa, mi scappava sullo scuolabus e mi bagnavo i pantaloni non potendo trattenermi così a lungo (tanto sotto il grembiule non si vedeva).
Le difficoltà maggiori sono state più che altro per le maestre che mi dovevano interrogare leggendo il labiale sulla mia bocca.
In questo caso tentavano di invogliarmi a parlare nonostante siano state comunque abbastanza comprensive senza mai costringermi o essere troppo insistenti. Valutavano quindi il mio andamento scolastico in base ai compiti scritti e alle mie qualità comportamentali.


Ti ricordi come ti sentivi quando qualcuno insisteva nel farti parlare?
Non ricordo bene ma solitamente non mi infastidivo troppo, non parlavo e basta.
Ricordo che in qualche modo avevo anche "timore" di interrompere quel rapporto di silenzio che avevo stabilito con alcune persone. Avevo "timore" dell'impressione che avrei potuto dare a loro o agli altri se ad un certo punto mi avessero sentito parlare con qualcuno con cui "normalmente" non parlavo. Non mi piaceva assolutamente mettermi in mostra e quindi volevo, in un certo senso, evitare di creare scalpore ed essere messo al centro dell'attenzione, anche se (pensandoci ora) il mio silenzio mi metteva più in mostra di quanto avrei voluto invece evitare.

Ti ricordi le prime volte in cui hai iniziato a parlare con estranei?
Non ricordo nessun caso in particolare ma crescendo ho iniziato piano piano a non dare più importanza al parere che gli altri potevano avere nei miei confronti. Entrato in prima media ricordo che ho iniziato a parlare con gli insegnanti, cosa che non avevo fatto fino all'ora, e ricordo che nella mia classe c'erano alcuni miei compagni delle elementari che sapevano che non parlavo. Questo mi dava un po' fastidio inizialmente ma in quel caso ho preso forza d'animo e ho parlato tranquillamente.
Tutt'oggi, che sono comunque rimasto abbastanza riservato caratterialmente, in alcune situazioni in cui ho da espormi in maniera particolare verso gli altri (ad es. un colloquio di lavoro o parlare in pubblico) cerco di farlo in modo da non pensare a ciò che gli altri possono pensare di me. Questo ovviamente mi aiuta in qualche modo a rompere la mia innata "timidezza". Ad ogni modo questo è un ragionamento che ho elaborato crescendo e che posso fare ora perchè molte situazioni, per forza di cose, devo affrontarle in modo razionale.

C'è stato qualcosa che ti ha aiutato?
Esternamente no, che io ricordi. E' stata giusto la forza di volontà e il vedere il mondo in modo più maturo col passare degli anni, per cui ho preso coscienza che il mio silenzio non andava bene. Da piccolo non mi mettevo ovviamente "certi problemi".

Il passaggio alle medie... il silenzio c'era ancora?
No, come spiegato sopra.

Secondo te, che cosa avrebbero dovuto/potuto fare i tuoi cari o i tuoi insegnanti per te?
Personalmente, nel mio caso specifico, non credo ci sia stato qualcosa da fare in modo particolare. Probabilmente i miei genitori, gli insegnanti e le altre persone che mi stavano vicino, sono stati abbastanza comprensivi e pazienti e, nonostante non abbiano mai insistito più di tanto perché io parlassi, sono comunque cresciuto in modo normale integrandomi tranquillamente nella società. Il "problema" si è risolto con l'andar del tempo.

Vorresti dire qualcosa per incoraggiare i genitori di bimbi affetti da mutismo selettivo?
Sinceramente sto scoprendo solo ora di essere stato affetto da Mutismo Selettivo. Io l'ho sempre chiamata "timidezza".
Quello che posso dire è che il tempo è un buon rimedio nella maggior parte dei casi. Per me è stato così. Io personalmente non ho comunque ricevuto derisioni da parte della gente o dei miei compagni e amici. Ovviamente ogni caso ha le proprie peculiarità.


Abbiamo pensato a questa intervista sperando che possa dare conforto ai genitori che si ritrovano in questa situazione, per dire che quanto accade al loro bimbo non è un problema irrisolvibile o insuperabile, per far sapere che chi è affetto da questo disturbo, col tempo, con pazienza e con l'amore della famiglia può risolvere tranquillamente e diventare un adulto senza alcun problema.

Se vuoi approfondire l'argomento, visita il sito dell'AIMUSE
Se hai bisogno di confronto con altri genitori che stanno attraversando questa situazione, lo puoi trovare leggendo il il blog del Mutismo Selettivo.


Ogni bambino dovrebbe vedere riconosciuto il diritto di crescere serenamente
e di condurre una vita senza paure e ricca di gioia.
(dal sito AIMUSE)

8 commenti:

  1. grazie per questa splendida intervista e per avermi fatto conoscere questo tipo di disturbo d'ansia. Ce ne sono molti di bambini che faticano anche solo a dire sì o no. ora che lo conosco cercherò di capirne di piu'! grazie davvero. laura

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  2. Sono la mamma di una bambina con MS.Grazie per questa testimonianza, mi tranquillizza molto sapere che è possibile superare il mutismo addirittura senza nessun aiuto di specialisti. Le cose dette da Andrea rispecchiano molte delle situazioni descritte dai genitori, ovvero il superamento del mutismo al cambio di scuola, e ci danno degli ottimi indizi per capire quali meccanismi mentali vanno smontati. Grazie ancora. Melissa

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  3. Andrea rispecchia il classico caso di un bambino affetto da MS che è stato etichettato come "troppo timido"; ma Andrea è stato fortunato !
    Ottenere una diagnosi in breve tempo è spesso determinante per giungere ad una piena e rapida guarigione.
    Il mio invito è di rivolgersi tempestivamente al proprio pediatra senza attendere o sperare che le cose si sistemino da sole.
    Grazie della testimonianza.
    Roberto

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  4. decisamente mi è stato utile anche perchè ho riscontrato alcune cose che sono uguali nel caso di mia fgilia.Innanzitutto quella di non chiedere di andare al bagno in nessun modo e quella che ne sta uscendo con le sue forze proprio adesso che non va da nessun specialista già da tempo.In effetti rispettando i suoi tempi ha fatto molto di più di tante altre cose.Sono contenta di poter leggere questo tipo di interviste.

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  5. Sì, è stato fortunato, il mio consiglio è di far intervenire sempre uno specialista perchè possono restare traumi indelebili per tutta la vita.

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  6. Daniele di Parma dice è sempre una situazione dura uscirne nessuno ti capisce invece basta poco una carezza ,una parola sincera e tanto amore .Ci sono voluti tanti anni per essere come si dovrebbe essere ma qualche cosa rimane .Dobbiamo aver fiducia di noi stessi è la miglior cura .

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  7. maestra Ile09/07/10, 17:31

    sono insegnante di sostegno di una bimba con MS e penso anch'io che Andrea sia stato MOLTO fortunato.La mia bambina non riesce a stare al passo con gli apprendimenti, forse anche per un disagio sociale nel quale si trova la famiglia e le poche ore di sostegno(6) non sono mai sufficienti.La pazienza e l'amore delle insegnanti non bastano e il problema è sottovalutato anche dall'ULS di competenza che non ha ancora rilasciato,dopo 3 anni di scuola materna e 3 di elementare, una diagnosi funzionale.Io penso veramente che ci sia bisogno di uno specialista, ma di uno bravo!!!!!Lavorerò con E. per il quarto anno consecutivo e......speriamo bene.

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  8. Miks passi da me? C'è un premio per te.

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Grazie per il tuo prezioso intervento

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