mercoledì 30 dicembre 2009

Un mese e mezzo di sacrifici ricompensati

Prima che nascesse M. pregavo quasi tutti i giorni chiedendo tre cose: che mio marito fosse in casa al momento delle contrazioni, che potessi fare un parto naturale (non cesareo) e che potessi allattare al seno il mio bimbo.

... il Signore mi rispose positivamente...

I primi sintomi del travaglio li ebbi alle 2 del mattino quando mio marito era in casa, il parto è stato naturale, senza complicazione alcuna e... "sembrava" che fossi riuscita ad avviare un buon allattamento.
Dopo il parto infatti andai in camera col mio bimbo e lo attaccai subito al seno, lui ciucciava tanto, anche se non ero molto convinta delle fossette che facevano le sue guance mentre poppava.
Ricordavo che al corso preparto ci avevano detto che, se le guance del bimbo fanno le fossette durante l'allattamento, significa che non è attaccato bene e non stà succhiando correttamente.
Passarono due infermiere per vedere se tutto procedeva bene, una disse "in effetti fa le fossette, ma sento che deglutisce, quindi è tutto ok" la collega le diede ragione e io, mamma inesperta, mi fidai del loro giudizio.
Il primo giorno passò, M. dormiva tanto e quando non dormiva piangeva.
Il secondo giorno mi arrivò la montata lattea, pareva che il seno mi scoppiasse, perdevo latte da tutte le parti, M. continuava a ciucciare sempre facendo le fossette nelle guance e a dormire sempre di più.
Il terzo giorno ero felice, non vedevo l'ora di tornare a casa, mi visitarono e tutto era ok, poi visitarono il bimbo, era tutto a posto tranne una cosa, aveva perso troppo peso, più del 10% che rientra nella normalità.
L'unico motivo di una così importante perdita di peso era dovuto al fatto che non aveva mai mangiato.
Mi crollò il mondo addosso, non sapevo che dire al dottore che mi aveva riferito questo.
Ma come, le infermiere mi avevano detto che era tutto ok, che ciucciava bene, che deglutiva, io perdevo latte in abbondanza (sintomo che di latte ne avevo davvero tanto) e allora?
Come era possibile che non aveva mangiato in tre giorni?


Scoprimmo che il mio bimbo, prima di attaccarsi al seno, tirava su la lingua attaccandola al palato, chiudendo completamente la gola e impedendo la deglutizione del latte.
Lui, piccola stellina mia,muoveva la bocca per ciucciare e grazie a questo ha stimolato il seno e mi è arrivata la montata, ma allo stesso tempo con la lingua si faceva un tappo che gli impediva di ingoiare il latte che usciva dal seno.
Ecco anche spiegato il motivo del tanto suo dormire, si era indebolito tantissimo e non aveva le forze di star sveglio, a posteriori so che il troppo sonno è un bruttissimo sintomo, ma in ospedale mai nessuno se n'era accorto!

Ovviamente quel giorno non fummo rimandati a casa e, capito il problema, cercammo di trovare una soluzione.
Inizialmente mi tiravo il latte e lo davo con il biberon, poi scoprimmo che con il paracapezzolo il bimbo riusciva ad attaccarsi e a mangiare, così il giorno seguente mi mandarono a casa con questo escamotage.

Comprammo subito i paracapezzoli e arrivati a casa... cominciò l'odissea.
Quando M. ciucciava, il paracapezzolo si riempiva di latte che lo rendeva scivoloso e spostandosi complicava la suzione, il bimbo piangeva e io mi impanicavo.
Ho provato ad allattarlo col paracapezzolo pochissime volte (che miscelate alla stanchezza sembravano infinite).
Anche gli ormoni hanno fatto il loro bel lavoro e dopo la terza prova di allattamento con paracapezzolo fallita, ho pensato "mollo tutto e compro il latte artificiale".
Poi, in un attimo di coraggio, ripensando alla mia preghiera, mi son ripresa e ho deciso di tirarmi il latte e di darlo con il biberon.

Non è stato per nulla facile, le prime volte riuscivo a tirarmi a mala pena 20 gr di latte, infatti comprai del latte artificiale per ovviare all'insufficienza di latte materno.
Tiravo il latte ad ogni momento, prima dell'ora della poppata, dopo la poppata, e appena avevo un attimo di tempo, tutto questo per poter avere sempre più latte materno anzi che quello artificiale da dare al mio bimbo.

Appena rientrata a casa dall'ospedale e accortami della difficoltà nell'allattare, contattai le puericultrici dell'ospedale del mio paese (o meglio, fui contattata da loro...ma questa è un'altra storia che presto condividerò)
Loro si resero subito super disponibili, e visto che non potevano venire a casa mia per assistermi tutte le volte che allattavo , andavo io tre volte al giorno da loro.

Ci volevano tre persone per attaccare il mio bimbo al seno: io lo tenevo in braccio, una puericultrice gli abbassava la lingua e l'altra stringendomi in seno lo porgeva al bimbo.
Ovviamente io non avevo due persone a disposizione che a casa facessero altrettanto, quindi mi accontentavo di allattarlo al seno quando andavo in ospedale e con il biberon di latte materno quando stavo a casa.

Andai in ospedale circa una settimana, poi la stanchezza e il freddo (era dicembre inoltrato) mi fecero pensare che ero destinata a tirarmi il latte finchè avrei voluto allattare, perchè non potevo continuare ad andare in ospedale tre volte al giorno.

Ma la cosa era alquanto scomoda,
non potevo, o meglio, non me la sentivo di andare fuori casa per troppo tempo perchè dovevo portarmi a presso tutto l'occorrente per la poppata: tiralatte, biberon, latte artificiale, termos dell'acqua, e se dovevo dar da mangiare al bimbo dovevo tirarmi il latte prima e dopo la poppata, insomma: era una cosa alquanto scomoda!

Col tempo la quantità di latte che riuscivo a tirare aumentava, ma non era mai sufficiente per soddisfare un'intera poppata, infatti in casa avevo sempre del latte artificiale.

Qualcuno ha tentato di scoraggiarmi dicendomi che se continuavo a tirarmi il latte con il tiralatte, presto mi sarebbe andato via.
Non capisco perchè la gente dice queste cose, forse trova gusto nel far deprimere ancora di più una povera neomamma già piena di incertezze.
Io proprio non lo concepisco...eppure anche questa persona ha avuto figli piccoli...forse si era scordata di come si sente una neomamma a pochi giorni dal parto!

Ecco, non scordiamoci mai di ciò che abbiamo passato o di ciò che passeremo, quelle difficoltà son le stesse che passeranno altre mamme, la nostra esperienza può essere un prezioso aiuto per un'altra mamma.

Comunque quella persona aveva torto marcio, perchè il tiralatte stimola tanto quanto la suzione naturale e il latte aumentava ogni giorno di più ma...
.. probabilmente, non avevo un ottimo tiralatte, ora in commercio ve ne sono di eccellenti e, tira oggi, tira domani, dopo un mese e mezzo di tiralatte, una notte mi svegliai febricitante, un dotto mi si era ingorgato e il seno mi faceva un male pazzesco, solo a sfiorarlo vedevo le stelle.

Non ci pensai su troppo e andai in ospedale, dopo un controllo e la prescrizione di antibiotico e pomata antinfiammatoria, mi dissero, "Non puoi continuare a tirarti il latte, potrebbe nuovamente ingorgarsi un dotto e trovarti punto e a capo...devi attaccare il bimbo!"
"facile a dirsi" pensai! E con un nodo in gola tornai a casa e nel tragitto dall'ospedale a casa pensai:
"Signore, avevo chiesto di poter allattare al seno mio figlio... perchè tutto questo?"

Rientrai a casa e moggia moggia riferii a mio marito quanto mi avevano detto.
Intanto si era fatta ora di dar da mangiare al bimbo, che fare??
Non potevo tirare il latte, mi avevano detto di attaccarlo al seno..."Proviamoci" pensai
Col seno dolorante, presi in braccio M. e lo attaccai...ricordo due cose, il dolore assurdo al seno...e M. che ciucciava felice.
Si era attaccato!
Non potevo crederci, sembrava la cosa più semplice e ovvia del mondo.
Ringrazia il Signore!!

Forse il bimbo era più grande, forse il biberon gli aveva corretto la postura della lingua, molto probabilmente il Signore aveva ascoltato la mia preghiera,
stà di fatto che M. ciucciava che una meraviglia... e ha continuato a farlo per quasi un anno e mezzo!

Questa "avventura" mi ha insegnato tanto, e quello che ho imparato voglio condividerlo con tutte voi che avete difficoltà nell'allattamento.
Non arrendetevi al primo ostacolo!! Allattare è possibile!

martedì 29 dicembre 2009

Allattare non è così facile come si crede, ma è possibile!

Ho tre bimbi, allattati al seno per un anno e mezzo ciascuno, si potrebbe pensare che sia espertissima nel campo, ma non è così!
Tre bimbi e tre tipi di allattamento affrontati diversamente.
Queste tre esperienze hanno però in comune una cosa, la volontà e il desiderio di voler allattare!

Non posso negare di aver avuto delle difficoltà, ma è proprio perchè le ho superate che mi sento di incoraggiare le altre mamme a non fermarsi davanti agli ostacoli, perchè se si vuol davvero allattare, con un di pazienza si riesce e il successo ripaga grandemente gli sforzi fatti.

Durante la prima gravidanza era una mia preghiera costante la richiesta di riuscire ad allattare.
Ci tenevo tantissimo e da credente vedevo (e vedo tutt'ora) una benedizione poter allattare.

L'allattamento al seno porta un mucchio di benefici sia al bebè che alla mamma:
Allattare riduce il rischio di tumore al seno, all'utero e alle ovaie,
allattare fa contrarre l'utero e dopo il parto è un'ottima cosa,
allattare fa bene al bimbo, la mamma può passere sostanze che con il latte artificiale è impossibile dare al proprio figlio,
allattare è un grandissimo risparmio economico,
allattare è comodo perchè il latte è pronto all'uso e della giusta tempera,
allattare rafforza quel legame tra madre e figlio, e penso che sia indispensabile nei primi giorni dopo il parto, quando mamma e figlio ancora si devono "conoscere"
Allattare è un dono di Dio, e come tale, da credente, non mi sentivo di rifiutarlo.

Nonostante tutti questi aspetti positivi, potrebbero essercene alcuni negativi, ma si possono affrontare con un di buona volontà e se necessario con l'aiuto di esperti.

Allattare non è così facile come si crede e quando si incontrano le prime difficoltà, aggiunte alla stanchezza fisica e agli ormoni in subbuglio, si rischia di mollare subito.

Ho notato infatti che la maggior parte delle mamme che hanno smesso di allattare precocemente o che hanno rinunciato quasi subito è per via dello scoraggiamento e del poco sostegno ricevuto in ospedale nei giorni del ricovero per il parto.
La cosa mi fa alquanto incavolare, il luogo dove si dovrebbero ricevere le giuste istruzioni per allattare, quel posto pieno di esperte nel settore, non offre questo indispensabile aiuto e una mamma inesperta e in pieno sconvolgimento ormonale, non ha certo la lucidità di chiedere delucidazioni in merito e si affida all'incuria del personale.
Son parole dure, forse dettate dall'esperienza che ho avuto io con il primo figlio e so per certo di non essere l'unica ad aver avuto questi problemi, di non essere l'unica ad essere stata trascurata in quel delicatissimo momento che è allattare il proprio figlio per la prima volta.

Però, per ogni persona incompetente, ve ne sono altrettante serie e con tanto amore per il loro lavoro.
Ho trovato infatti un enorme supporto al consultorio pediatrico del mio paese, le puericultrici, con tanta pazienza e passione, mi hanno supportata e incoraggiata a continuare ad allattare.

Ovviamente, olte al loro supporto, ho dovuto mettere del mio... la mia voglia di continuare a provare, perchè non son riuscita subito ad allattare "normalemte" il mio bimbo, ho dovuto tirare il mio latte e darlo con il biberon per un mese e mezzo.
E se ci son riuscita io, che non ho nulla di speciale, son certa che ci può riuscire qualunque mamma abbia il desiderio di allattare al seno il proprio bimbo.

Vorrei incoraggiare tutte coloro che ci tengono ad allattare, a non scoraggiarsi e, in caso di dubbi, a rivolgersi al consultorio del proprio paese per ricevere il giusto sostegno all'allattamento.

lunedì 28 dicembre 2009

Diventare mamma

Gironzolando per il web, mi è capitato di leggere su un blog "Ci si sente mamma quando ancora il bimbo è nel proprio grembo"
Per me non è stato così (ovviamente mi riferisco alla prima gravidanza).
Ma forse è dovuto al fatto che io realizzo le cose con notevole ritardo e finchè il bebè stava nel mio grembo, non mi pareva nemmeno di essere incinta, a parte il fiatone e le fitte "la sotto" vivevo una vita normalissima.
Al settimo mese, puntuale come un orologgio svizzero, preparai il borsone per l'ospedale, mi venne pure la "sindrome del nido", così riordinai tutta casa e lavai e stirai tutto il corredino per il bebè in arrivo.
Mi sentivo pronta a diventare mamma....insomma... pronta.... mica tanto... o meglio, pronta a giorni alterni, c'erano giorni che avrei partorito seduta stante e altri giorni che pensavo "ma non si può rimandare tutto ad un'altra vita??" nulla di strano, erano solo i tipici cambi d'umore di una normale donna incinta.
Poi arrivò il fatidico giorno, la sera avevamo fatto il giro dell'ikea(consiglio a tutte le gestanti che hanno superato la ddp di farlo) e la notte, verso le 2 del mattino un gorgoglio mi fece svegliare, mi alzai e gocciolò qualcosa, presumo fosse il tappo mucoso.
Bisbigliai a mio marito che era arrivato il momento, andai in bagno a sistemarmi, mi misi anche le lenti a contatto, tornai in camera e... mio marito ronfava, lo svegliai e mi rispose "pensavo non fosse urgente"
Vabbè, capito che forse era il caso di andare, prendemmo tutto l'occorrente e avvisai mia madre che stavamo andando in ospedale, lei si trovava a casa mia, era venuta per darmi una mano in occasione dell'arrivo del bebè (io abito in Piemonte lei in Sardegna).
Mio marito aveva deciso di assistere al parto, quindi non ritenevo opportuna la presenza di mia madre in ospedale.
Arrivammo in ospedale, mi visitarono e durante la visita si ruppero le acque, ma la dilatazione non era sufficiente così mi misero in una sala con un elasticone attorno al pancione che monitorava i battiti del bimbo, detto appunto monitoraggio.
Era notte fonda(lo era per me, che per tutta la gravidanza mi ero alzata alle dieci del mattino) e io avevo un sonno tremendo, le contrazioni erano leggerissime, sembravano minuti interminabili.
Mio marito riprendeva ogni cosa con la telecamera nuova acquistata per l'occasione.
Non sono una persona puntigliosa, quindi non ho idea di quanto tempo abbia passato seduta su quella poltrona per il monitoraggio, stà di fatto che dopo parecchio tempo mi portarono in stanza, mi coricai e cominciarono ad aumentarmi le contrazioni, inizialmente sopportabili, poi divennero insopportabili, mi visitarono di nuovo e decisero di portarmi in sala parto, a questo punto penso che fosse già mattina inoltrata.
I dolori erano così forti, e probabilmente la testolina del bimbo si era già incanalata, che le gambe non mi reggevano più, e per fare 20 metri, dalla sala visite alla sala parto, mi feci portare sulla sedia a rotelle!
Arrivata nella sala parto un'infermiera disse a mio marito di fami dei massaggi nella schiena per alleviarmi il dolore e mentre lo diceva mi faceva i massaggi mostrando così a mio marito come farli.
Appena l'infermiera si allontanò uscendo dalla sala, guardai mio marito e quasi ringhiando gli dissi "Non toccarmi"
In quel momento non sopportavo nulla, ne che mi toccassero ne che mi parlassero.
Arrivò l'ostetrica, salii sul lettino e li.... cominciò il "gioco".
Non amo descrivere minuziosamente il momento del parto, infatti impedii a mio marito di riprendermi con la telecamera, la trovo una cosa inutile, qual'è quella donna che vuol rivedere il proprio parto?! Non è certo un filmino stile matrimonio in cui si invitano gli amici a casa per mostrare il filmato tra un sorso di aranciata e un salatino!
Posso solo dire che le contrazioni erano momenti così intensi, nei quali impegnavo tutta me stessa che, tra una contrazione e l'altra, quasi mi assopivo per riprendere briciole di energie.
... e dopo un'ora di spinte, ecco che alle h 12.50 nasce M., un bimbetto di 3660 gr
Chiesero a mio marito se voleva tagliare il cordone ombelicale, cosa che lui fece orgolgiosamente chiedendo al ginecologo di riprendere l'evento... questo glielo permisi :-)
Mi misero il bimbo sul petto e accarezzando la sua testina umida dissi "ciao piccolino, è colpa mia" riferendomi alla sua testolina allungata per via del "troppo tempo" che era rimasto incanalato prima di uscire.
Avevo un bimbo tra le braccia, avevo il MIO bimbo tra le braccia, ma ancora non mi era chiaro. Per nove mesi l' avevo avuto in grembo, l'avevo immaginato, l'avevo sognato gli avevo parlato, ma averlo tra le braccia era tutta un'altra cosa, allo stesso tempo bella e "strana".
Non mi sentivo ancora mamma anche se sapevo di esserlo.
Lo portarono via per lavarlo, mio marito con la scusa di riprenderlo durante il bagnetto, non lo mollava di vista un attimo... aveva il terrore che potesse essere scambiato con un altro bimbo, cosa impossibile visto che è spiccicato a lui :-P
Intanto in sala parto mi diedero qualche punto poi, andammo tutti in camera
lo attaccai subito al seno, ero stanchissima ma serena.
Ero una mamma! Ero una mamma? Si, ero mamma!
Non so esattamente quando ho cominciato a sentirmi realmente mamma, so solo che mi ci sono ritrovata volentieri.

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